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“A tutti i giovani il patentino per lo smartphone”

Elena Ferrara continua la battaglia che in Senato aveva dato vita alla legge contro il cyberbullismo

Sono 1.714 gli studenti novaresi con il «patentino per lo smartphone» e l’obiettivo è quello di coinvolgere tutti gli alunni delle scuole secondarie di primo grado del territorio provinciale. Un traguardo che sta promuovendo Elena Ferrara, che da senatrice del Pd è stata la prima firmataria della legge 71 che ha predisposto una serie di norme a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del cyberbullisrno. «Questo strumento – racconta Ferrara – è stato avviato per la prima volta nelle scuole del Vco, in prima media, per l’utilizzo consapevole dello smartphone; nel 2018 è stata poi approvata la legge regionale che ha esteso la patente a tutte le province attivando un partenariato tra gli assessorati regionali alla Sanità e dall’Istruzione, Arpa, Forze dell’ordine, nuclei di prossimità, associazioni di media educator»

Il progetto prevede una formazione specifica degli insegnanti; interventi con studenti e famiglie con la realizzazione di unità di apprendimento su temi specifici (privacy, sexting, cyberbullismo, onde elettromagnetiche, media education); la stipula di un patto, come assunzione di responsabilità condivisa, tra genitori e figli; la  somministrazione agli alunni di un test conclusivo (l’esame per il consegmento della patente) e la consegna delle patenti. Nel vco l’iniziativa ha riscosso subito grande successo, tanto che nell’anno
scolastico 2017-18 sono state distribuite duemila patenti; il Novarese ha risposto in modo significativo nell’anno 2020-21, quando sono state coinvolte 17 scuole e 81 classi: a fare da battistrada gli istituti Oleggio e .Orta-San Maurizio d’Opaglio.

«A questo punto – osserva Ferrara – si tratta di estendere all’intero territorio provinciale questa iniziativa, che ha visto sicuramente un aumento della consapevolezza nell’uso degli strumenti informatici da parte dei ragazzi.

E’ questo è un fatto positivo, certificato anche da una ricerca regionale che è stata pubblicata un paio di settimane fa e che fa riferimento agli effetti del periodo del lockdown sui giovanissimi. Ebbene, in un periodo così particolare e psicologicamente difficile, si è potuto appurare che chi ha seguito un percorso di conoscenza sul corretto uso degli strumenti informatici, ha risentito molto meno dello stress e ha fatto un uso molto più consapevole dei dispositivi, ma anche dei social»

(Fonte: La Stampa, Marcello Giordani)